1950
FIAMMELLA AMICA
Arde una candela ogni dì festivo
sull’altare antico della chiesa mia,
la sua fiammella guarda, sussurra
e freme, lambita a tratti dal vento.
Il mio corpo è lì nell’angolo
di quell’arco scuro e silenzioso,
é ritto composto serio attratto
coperto di eleganza e stupidità.
Perché? Perché, voi tutti dite,
la fiammella sa chiedete a lei.
Guardo lei quando in chiesa
mi perdo nel più profondo abisso,
guardo lei allorché i miei sensi
il cuore e i pensieri danzano
e si confondono irrefrenabilmente.
Ora il mio esser nota le forme
seducenti e belle d’una fanciulla …
Dove sei fiammella cara?
Fatti vedere, sentire, voglio te.
Sei proprio dietro la sua testa,
no! … non ti voltare bella testina,
guarda anche tu quella fiammella,
scostati, voglio vederla anch’io.
Sento danzare i sensi miei tutti.
Cosa appare al di fuori?
Nulla, nulla: una faccia assorta
piena di bella calma e di serenità.
Oh! Infine vedo te, fiammella cara
non mi abbandonare più, più …
Il tuo fluttuare e la tua luce
salvano e danno la serenità.