2006

L'ESPERTO POETA  -  L'AMORE  -  LA POLITICA  -  L'INUTILE CALDO  -  IL CASO PER ... DESTINO

UN ANNO  -  PERCHE' LA GIOSTRA  -  GRETEL

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L’ESPERTO POETA

L’esperto poeta “parla con me”

chiamato da dandini in tivvù-tre,

pontifica di vera poesia

senza tramonti, gabbiani e mare,

con tanti cadaveri africani

e tante braccia scalciate

da un’italietta

che non li vuole a bordo.

L’esperto poeta dice “le parole giuste”,

cancella quelle che non sente…

L’esperto poeta crede di vedere il fondo

ma chiude la porta al mondo.

Ma quali sono le parole giuste ?

Qual è l’abbraccio evocatore,

il più grande, di sillabe in amore ?

 

L’AMORE

L’amore illumina e scalda

il nostro tempo ;

con sommesso crepitìo

e leggere faville

brucia certezze e misteri

sulla soglia del nulla.

 

LA POLITICA

Incapaci d’intendere e di volere

chiediamo ad altri,

ferinamente dotati e satolli,

come sopravvivere

con minor danno.

 

L’INUTILE CALDO

L’inutile caldo del sole

mi gela

e mi lascia inespresso.

 

IL CASO PER…DESTINO

Acume e intelligenza

geneticamente acquisite,

con esperienza e capacità 

dalla natura tratte,

ci fanno distinguere e inquadrare,

su schemi di politica sociale

entro scale gerarchiche,

da premiati fruitori

d’incapacità naturali.

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Selvaggi per caso

felici dei vetrini

assisi su ori biondi e neri,

derubati da furbi “civili”

politicamente adusi

e determinati per caso…

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Antica “nobiltà”

per caso… acquisita,

si pavoneggia o cela per caso.

Spettacolo sociale per tutti,

pubblico e privato.

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Ironia della sorte…

libero arbitrio…

… destino…per caso…

(… sarcastica risata…). 

 

ad Aurora

UN ANNO

Su di te un anno !

Una stilla di tempo

Che brilla come rugiada

in un fresco mattino.

Metafora di luce 

sul volto tuo

dipinge il futuro.

 

PERCHE’

Con le note del chiostro

una nuvola lenta

mi lascia una stella.

Che mi fissa 

e si ficca come pietra

in un pensiero…mio!

Io e lei, ora e così,

perché?

Or non la vedo

ma la sento grave

come un “perché”.

 

LA GIOSTRA

“Tu” d’intorno e in me,

che non vedo,

che percepisco appena,

perché non dici

quanti giri ancora.

Voglio scendere:

questa giostra 

or non mi piace.

Vorrei… scendere.

Sono incapace in corsa…

Vedo lampi di luci e colori,

il forte vento m’opprime il petto

e sulla bocca preme.

Fra poco, forse,

potrò e griderò,

senza suono…

“Tu” ch’odi

il mio silenzio,

forse non vuoi ch’io senta,

forse pietà “ti” muove.

Il girar di questa giostra

è folle e assurdo per me.

E cosa fare per chi gira

sulla giostra con me ?

“Vorrei” per loro,

ma nulla posso.

 

GRETEL

Arrivi con la mia bambina,

sulle piccole zampe incerte,

fragile,piccola,da tremiti scossa.

Mi guardi.Occhi d’ambra umidi, 

timorosi di sguardi.

Col tuo nome levo la voce,

ti pieghi,giri a terra col dorso,

con fremiti e mugolii

e annaspìo di zampe

tendi al mio respiro.

Trovata,presa in un recesso

ove sfogano nequizie

e cinica indifferenza.

Gretel, che sai ora

degli umani che vedi?

Ma guardi la mia Aurora

come guardassi i campi e il sole,

chiedendo le sue dita

nella tua veste fulva.